
Piedimonte Matese
Cenni storici.
Situata nella parte più a nord del territorio della provincia di Caserta, posta alle falde meridionali del versante campano del Massiccio del Matese, è dominata da tre monti: Cila, Terrazza di Castello e Muto, con l’abitato che si estende alla confluenza di tre valloni, Val Paterno, Val di Cila e Valle Torano. Il nome dell’abitato è dovuto alla geografia “pedes de monte” poiché si trova ai piedi del massiccio del Matese, accanto alla rupe dove sorge il “Palazzo Ducale”. Le tracce del più antico insediamento umano nel territorio piedimontese sono riconducibili all’età del bronzo ed all’età del ferro. Nasce come villaggio arroccato sul Monte Cila e difeso da mura megalitiche risalenti al VII-VI secolo a. C.
Con la conquista romana del Sannio le popolazioni sconfitte abbandonarono le fortezze sui monti e si spostarono nelle sottostanti pianure per farvi ritorno, a causa delle invasioni saracene dell’VIII e IX secolo, edificando a volte sulle precedenti fortificazioni sannitiche.
Fondata nel IX secolo la contea longobarda di Alife, Piedimonte vi fece parte, ma con la venuta dei Normanni e il conseguente feudalesimo i territori meridionali si frazionarono e nella seconda metà del secolo XI si ha la fine di ogni dipendenza di Piedimonte da Alife diventando una “Terra”. Corpo della “Terra” era l’abitato pedemontano ristretto all’attuale borgo di San Giovanni.
L’antico borgo fortificato conserva ancora oggi intatta la struttura urbana medioevale, dove il Palazzo Ducale si affaccia sulla pianura sottostante.
Nella seconda metà del 1300, il feudo della “Terra” di “Pedemonte” sarà governato, a seguito di diverse ed intrecciate vicende, dalla colta Sveva Sanseverino, moglie di Giacomo II Gaetani Dell’Aquila, che diede grande impulso culturale ed artistico a Piedimonte Matese nel 1400.
Nota nella storia del territorio piedimontese, sia per essere pronipote del filosofo domenicano Tommaso d’Aquino, canonizzato nel 1323 dalla Chiesa Cattolica, sia per aver fatto costruire nel 1414 poco più a valle della località “San Giovanni” ai piedi del Castello, una chiesa ed un monastero dedicato al suo illustre antenato.
Il feudo di Piedimonte passò dunque dai Della Leonessa in età angioina, ai Gaetani d’Aragona nel 1383 che lo possedettero fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità nel Regno di Napoli.
Il ruolo economico svolto da Piedimonte divenne in questi secoli determinante attorno al borgo di San Giovanni, al di là della sorgente del Torano, tra il XIV e il XV secolo si svilupparono i nuovi borghi: Pietà, via Eremo e San Rocco.
Parallelamente si delineava lo sviluppo urbano del borgo Vallata, intorno alla chiesa, caratterizzato da una edilizia bassa, costruita su antichi passaggi e vie campestri.
Fino al 1400 Vallata si estendeva dalla chiesa dell’Annunziata fino al Capo della Vallata, dove si imboccava la valle del Paterno, ma nel XVI secolo si ebbe l’espansione lungo l’asse che dalla chiesa dell’Annunziata conduceva nella valle Paterno ricollegandosi ad un probabile nucleo medioevale.
Nel 1640 l’antico viale dei Pioppi fu voluto dal duca Alfonso Gaetani che dispose la trasformazione in «stradone» della vecchia «strada consolare» detta anche «Cammino per Alife», allo scopo di poter meglio commercializzare i prodotti delle sue industrie sui mercati di Napoli, grazie, appunto, a vie di comunicazione più comode e facilmente percorribili.
La costruzione dell’arteria fu poi commemorata, nel 1711, da Niccolò Gaetani che si preoccupò di far affiggere sulla porta dell’Epitaffio la lapide ancora oggi esistente. Sempre su commissione di don Nicola Gaetani nel 1725 si costruì la nuova chiesa di S. Maria Maggiore e fu abbattuto l’ultimo resto di bastione; sull’antica mutazione medioevale furono in seguito costruite le attuali rampe di San Marcellino e di Palazzo Ducale.
I Gaetani d’Aragona esercitarono un importante ruolo di mecenati delle arti e dello spettacolo, per iniziativa di Aurora Sanseverino, nobildonna, poetessa arcadica, protagonista della cultura piedimontese tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento e del consorte Niccolò Gaetani, fu edificato un Teatro nel palazzo baronale di Piedimonte Matese e si circondarono di artisti, musicisti, poeti.
Nell’agosto 1741, all’età di 79 anni, Nicola Gaetani morì e, come scrisse Bernardo de Dominici, «con la morte del duca rimase sepolta la gloria di quella casa, giacché poteva dirsi estinta dacché mancò la sua magnanima sposa».
A partire dal XVI secolo si sviluppò il borgo di Piazza Roma e Piazza Carmine, a ridosso di uno slargo che costituiva dal Settecento l’area del mercato prima svolto nel borgo San Giovanni. A Piedimonte fu riconfermato nel 1730, da Carlo VI d’Asburgo, il titolo di Città, attribuito per la prima volta nel 1530 da Carlo V d’Asburgo.
Sotto i Borbone anche a Piedimonte fu redatto il catasto onciario, che fotografò la situazione socio-economica della città nella metà del XVIII secolo.
Nel 1799, ai tempi della Repubblica Napoletana, Piedimonte fu elevata a capoluogo di distretto dal quale dipendevano otto mandamenti (Piedimonte, Caiazzo, Capriati, Cerreto, Cusano, Guardia, Venafro, Castellone)
Espulsi i Borbone, ebbe un importante rilancio economico sotto il periodo della dominazione francese e grazie all’interessamento del re di Napoli, Gioacchino Murat e di sua moglie Carolina Bonaparte, si ampliò intorno al cotonificio Egg per la filatura meccanica e la tessitura a mano.

Johann Jakob Egg (1765-1843), fu l’imprenditore svizzero che ottenne dal sovrano l’uso del soppresso convento del Carmine per istituirvi la fabbrica e gli alloggi per le circa cento famiglie di operai specializzati fatti venire dalla Svizzera. Dal 1813 e per molti decenni impiantò, proprio a Piedimonte, la più moderna e grande industria del Regno delle due Sicilie giungendo a dare lavoro a più di duemila persone.
Nel 1816 Piedimonte divenne Capoluogo di Distretto e nel 1841 sottointendenza borbonica. Proprio nel 1841, su invito degli Egg, si recò in città Ferdinando II delle Due Sicilie, visitò la grande azienda tessile e si fermò poi nel palazzo ducale per pranzare con il vecchio conte Onorato Gaetani.
Nel 1860 il territorio pedemontano fu teatro di importanti scontri tra borbonici e garibaldini e con la costituzione della Legione del Matese, i Liberali combatterono a fianco dei garibaldini.
Con l’unità d’Italia, Piedimonte, a seguito della creazione della Provincia di Benevento, perse la sua importanza amministrativa ed il Circondario che nacque risultò diviso in tre mandamenti: Piedimonte, Caiazzo, Capriati.
Le conseguenze economiche furono disastrose, mentre negli anni precedenti, grazie alle sue industrie, era il centro più importante dell’intera zona, nell’Italia unita divenne un piccolo centro, simile a tanti altri.
Nella prima metà del XX secolo, conservò il suo ruolo economico grazie alla ferrovia Napoli – Piedimonte, iniziata nel 1900 e inaugurata nel 1914, al Cotonificio Egg e alla centrale idroelettrica, costruita all’inizio degli anni Venti sfruttando le acque del lago Matese.
Nei mesi di settembre e ottobre del 1943, visse i momenti più drammatici dell’azione distruttrice dei tedeschi in ritirata, subendo un colpo fatale da cui solo lentamente si risollevò.
Anche il cotonificio fu gravemente danneggiato, poi riparato e quindi abbandonato.
Nel 1963 le acque del Torano vennero deviate nell’acquedotto campano realizzato nel 1960 e nel 1965, alla sistemazione dell’alveo, seguì la copertura del fiume Torano.
Nel secondo dopoguerra mutò il suffisso da Piedimonte d’Alife in Piedimonte Matese (D.P.R. Nr. 711 del 13/08/1970).
Fortunatamente, però, mantenne la vivacità economica mediante l’industria manifatturiera ed agroalimentare questo grazie al cotonificio ma soprattutto al tanto celebrato Pallagrello, già citato nel Dizionario corografico del Reame di Napoli del 1852 … “Ottimi poi sono i vini; rarissimo è il cosiddetto Pellagrello e squisitissimo il sapore … Piedimonte è una delle città più manifatturiere del Regno. Vi sono fabbriche di varie specie, che impiegano una grande quantità di operai. Dai suoi lanifici esce principalmente quel panno che dicono pelonicino … notevole assai più dei lavori di lino e di lana sono quelli di cotone.” Dopo circa un secolo, durante la seconda guerra mondiale Piedimonte fu bombardata dagli americani e poi ulteriormente colpita dai guastatori tedeschi durante la ritirata ma lentamente e grazie alla resilienza dei propri cittadini riuscì a riprendere le sue attività ma soprattutto rimarcò la centralità territoriale ritornando ad essere centro di sviluppo economico e sociale.
Oggi è sede della Comunità Montana del Matese e fa parte del Parco Regionale del Matese.
L’area urbana di Piedimonte Matese, ricca anch’essa di fascino e di storia...
è incastonata nei nuclei più antichi: il borgo di Sepicciano caratterizzato da edilizia residenziale e da alcune emergenze architettoniche a carattere religioso; il borgo dello Scorpeto con case che si sviluppano intorno alla chiesa di S. Maria di Costantinopoli; il complesso conventuale di S. Maria Occorrevole, al centro di un percorso storico-religioso che parte dalla piazzetta di San Sebastiano e si sviluppa attraverso una mulattiera contrassegnata da cappelle; il complesso della Madonna delle Grazie costituito da due corpi di fabbrica e una chiesa posta a margine di interventi destinati al sociale; il quartiere Vallata sviluppatosi intorno alla sua chiesa, caratterizzato da un’edilizia bassa su antichi passaggi.
Visitare oggi la città di Piedimonte Matese...
permette di camminare attraverso secoli di storia, antiche chiese, piazze pittoresche e palazzi che raccontano l’identità del paese. Una combinazione di arte, cultura e natura incontaminata che ha mantenuto il suo carattere autentico, pur aprendosi ad opere di valorizzazione del patrimonio storico e naturale.

Una città ricca di chiese
Le chiese di Piedimonte
Piedimonte Matese è una città che custodisce un ricco patrimonio storico e religioso, caratterizzata dalla presenza di numerose chiese e cappelle che raccontano la sua storia secolare.
Dove siamo
Piazza Roma 81016 – Piedimonte Matese (CE)
Dal Lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle ore 14:00. Martedì – Giovedì dalle 14:30 alle 18:00