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Cuore pulsante e simbolo della città di Piedimonte Matese, la Villa Comunale ha subito
nell’arco del tempo molte e notevoli trasformazioni. Originariamente parte dell’insediamento
religioso, ebbe una prima trasformazione in giardino privato di pertinenza del cotonificio Egg,
con il preciso intento di offrire svago alla famiglia dell’imprenditore svizzero così come alle
famiglie dei dipendenti del cotonificio. E così rimase fino al bombardamento tedesco del 1943
che distrusse la maggior parte degli stabilimenti del cotonificio, continuando a rimanere a
disposizione delle famiglie degli operai superstiti che continuarono a vivere negli edifici non
abbattuti. Quando, successivamente, il comune acquisì l’area del cotonificio, il giardino fu
trasformato in villa comunale ed a memoria degli uomini illustri della città furono installate tre
colonne sormontate da busti di Giovanni Petella, Angelo Scorciarini e Giacomo vitale. Oggi la
villa comunale, al cui centro troneggia, a memoria storica, la statua di Gian Giacomo Egg,
attraverso l’opera di recupero ed ammodernamento attuata dal comune, ha riacquistato quella
sua funzionalità del passato come luogo di svago, di incontro generazionale e di bene comune.

Fontana Centrale Villa Egg

Morfologia.
La fontana si articola sulla vasca di forma ovale preesistente all’intervento, di dimensioni 900x700cm circa, con profondità di 60cm e riempimento di 50cm. La struttura della vasca è suddivisa in quadranti.
Il bordo della vasca, i quadranti e gli elementi di rivestimento sono realizzati in Majlat con finitura satinata; un marmo estratto esclusivamente nella cava di “Spuz” in Montenegro, antigelivo, resistente alle macchie e versatile. Al centro della fontana si erge un basamento che funge da cascata, sopra il quale è posizionata la statua del migrante, scolpita in marmo Nero Rabat: materia- le lapideo molto resistente e tenace, difficile da scolpire, con finitura satinata. Nei quadranti aperti sono posizionati quattro zampilli a lama, mentre delle barre LED flessibili, installati a filo quadranti, insieme a quattro fari led in fondo vasca, illuminano la fontana di notte.
I quadranti.
La struttura ellittica a livello vasca della fontana è divisa in quattro quadranti sospesi in acqua, ognuno dei quali presenta un bassorilievo che narra parte chiave della storia di G.G. Egg e del cotonificio di Piedimonte Matese.
Quest’opera non è solo un tributo alla memoria storica e industriale di Piedimonte Matese, ma anche un viaggio tra le sue risorse e le trasformazioni apportate dall’imprenditorialità di Egg nel tessuto urbano e sociale.
La lettura dei quadranti è concepita per essere effettuata in senso orario, permettendo al visitatore di immergersi in un viaggio cronologico che inizia dalla scelta piedimontese di Egg e segue le tappe principali dell’evoluzione del cotonificio. Questo percorso biografico e storico si snoda attraverso le rappresentazioni incise nei bassorilievi.
A monte ritroviamo una rappresentazione dei mulini di Piedimonte:
la presenza delle acque del Torano, necessarie per muovere le macchine e per la lavorazione delle fibre tessili, spinse Egg a individuare in Piedimonte la località più adatta all’impianto di una filanda.

A seguire ritroviamo una vista del Convento del Carmine, all’epoca dell’insediamento della Manifattura.
Egg trovò, oltre alle condizioni naturali favorevoli, soprattutto, una situazione socioeconomica propizia.
L’edificio dell’ex convento del Carmine si trovava a pochi metri dal Torano, in un punto in cui le acque del fiume scorrevano ancora impetuose, perché proprio li si realizzava il massimo dislivello rispetto alla sorgente e iniziava il tratto pianeggiante; questo significava poter sfruttare al massimo l’energia idraulica per azionare le macchine che Egg aveva intenzione di impiantare.
In successione (cronologica), troviamo una rappresentazione fotografica dell’ edificio dedicato alle maestranze locali. L’imprenditore dovette guardarsi dagli stessi operai svizzeri, assunti in principio come corpo specializzato, « ai quali il vino napoletano, aggiunto al successo della buona vendita
della stoffa, montava alla testa », che, minacciando di tornarsene in patria, pretesero forti somme di denaro. Egg li accontentò, in buona parte, visto che la sopravvivenza della fabbrica dipendeva esclusivamente dal loro lavoro, ma si rese conto che non poteva far affidamento solo su di essi e che il futuro della sua impresa sarebbe stato assicurato dal coinvolgimento delle maestranze locali, opportunamente istruite sulle nuove tecniche di lavorazione.
Inizia così, con l’assunzione di cento operaie locali, quella politica di grande attenzione verso i lavoratori, le loro esigenze e le loro condizioni che porterà Egg ad essere rispettato dai Piedimontesi e ad essere riconosciuto, non solo come uno di loro, ma addirittura come un punto di riferimento e una guida nei momenti più difficili della vita cittadina.

A fine percorso cronologico, troviamo una vista panoramica della manifattura, con la sua ciminiera, nel contesto urbano piedimontese.
Oltre alla chiave di lettura cronologica, che con senso orario accentua in maniera predominante il carattere industriale e tecnologico, i quadranti sono così disposti per delineare due assi fondamentali.
L’asse trasversale dell’ellisse, che divide l’opera in due metà, è dedicato alla rappresentazione delle grandi risorse naturali e sociali di Piedimonte Matese. Qui, i bassorilievi dei mulini e dell’edificio delle maestranze locali, illustrano la ricchezza del territorio e la grande capacità borghese della sua comunità, elementi che hanno fornito il fondamento su cui Egg, con il suo cotonificio, ha potuto edificare il suo successo.
Parallelamente, l’asse longitudinale dell’ellisse mette in luce i principali siti chiave della trasformazione industriale portata avanti da Egg.

Questi bassorilievi narrano la storia di come, attraverso innovazioni e imprenditorialità, Egg sia riuscito a trasformare il cotonificio di Piedimonte Matese in un punto di riferimento in tutta Europa per l’industria tessile, influenzando profondamente l’economia e la società locali.
La cascata.
La cascata centrale funge da fondamenta e cuore pulsante della fontana. Dalla cascata si erge la statua del migrante e convergono i bassorilievi dei quadranti.
L’ acqua è vita, movimento, perfetta raffigurazione del flusso continuo del tempo, risorsa secolare e perno fondamentale della cittadina.

L’ opera ritrae G. G. Egg ( Johann Jakob Egg, 9.6.1765 Ellikon an der Thur, 18.8.1843 Piedimonte d’Alife ) nel ruolo di migrante. In questa rappresentazione scultorea, Egg è raffigurato con abiti che non appartengono alla sua epoca, ma che richiamano quelli dei nostri concittadini piedimontesi durante l’emigrazione italiana tra gli anni ‘60 e ‘80. Egg fa ritorno a casa, ai suoi cari, nella città natale, e la statua è intenzionalmente orientata, nel suo eterno dinamismo, verso il centro di Piedimonte, considerata la sua seconda casa. In un equilibrio instabile, contrapposto assialmente alla pesante borsa, simbolo delle competenze tecniche e intellettive, Egg tiene in braccio una bambina. Questa figura simboleggia il desiderio di trasmettere nei secoli, gli affetti, la memoria, e quei paesaggi a lui cari. Ai piedi di Egg giace una pergamena adornata con una rosa, sulla quale è inciso un frammento del testamento di Giovan Giacomo Egg, suo pronipote, ach’egli profondamente legato dal fascino di questi luoghi.

“Non c’è rosa senza spina, ma Piedimonte
non cessa di essere un sito incantevole e prediletto
per chi vi è nato, e così anche per me il mio luogo
nativo, dove si riconcentrano i miei ricordi d’infanzia,
le mie affezioni di famiglia, è caro, e quantunque lontano sarà sempre indimenticabile”

Giovan Giacomo Egg (pronipote)

Fontana a Muro

Pulitura, ripristino conservativo e ricostruzione fontana a muro pre esistente, collocata all’interno della villa comunale. I pezzi reduci dal disarmo componevano il 60% della fontana. Calibrando e riducendo il fondo vasca è stato possibile utilizzare il materiale originale per lavorarlo e ricostruire fedelmente la colonne di rivestimento, le cornici e i pezzi mancanti. La pavimentazione è stata realizzata utilizzando la pietra di Dragoni; materiale utilizzato per i rivestimenti e le scalinate della Reggia di Caserta, le cui cave sono ormai da anni esaurite. Essendo evidente dalle foto antiche la presenza di un elemento decorativo sul frontale della fontana, ora è adornata da un mascherone centrale il cui modellato si ispira agli elementi decorativi delle fontane a porta vallata.

Sirena Resiliente

Conversione della statua marmorea raffigurante una sirena bicaudata, collocata al centro della vecchia fontana centrale, più volte vandalizzata, in un’opera contemporanea in stile pop-art. La sirena bicaudata, ripristinata superficialmente a seguito di accurata pulitura, è ora corredata da una base in marmo e graffiti murali. La resilienza è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. In quest’installazione, la sirena marmorea, privata del suo carico simbolico, prettamente partenopeo , viene riproposta attraverso una differente tecnica comunicativa in provocatoria risposta al vandalismo.

Fontana circolare

Pulitura e integrazione con elemento decorativo a zampillo di forma sferica. L’elemento decorativo richiama con la sua geometria sferica, l’acqua come elemento naturale e risorsa della cittadina.

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